martedì 22 dicembre 2009

Edilizia verde in 600 città




Obblighi e incentivi per ridurre i consumi energetici delle abitazioni: sono quasi 600 i Comuni italiani che hanno adottato innovazioni normative riguardanti l'energia e la sostenibilità ambientale applicata all'edilizia.
Circa un terzo di questi impone di adottare le misure per il risparmio energetico anche in caso di ristrutturazione, e non solo di nuove costruzioni: dai pannelli solari all'isolamento termico, dal recupero delle acque piovane all'utilizzo di materiali riciclabili. La ricognizione dei regolamenti edilizi comunali è contenuta nel Rapporto Onre 2009, realizzato da Cresme e Legambiente e presentato nelle scorse settimane. Sono interessanti, innanzitutto, la geografia e la cronologia dei regolamenti. I più attivi sono i Comuni del Centronord e quasi l'80% dei regolamenti verdi è stato adottato negli ultimi tre anni. «Stiamo entrando in una fase nuova e il processo non è lineare. Alcuni enti locali si sono resi conto prima di altri dell'importanza degli aspetti energetici e stanno aggiornando i propri regolamenti edilizi, anche se spesso si nota un certo sfasamento tra queste nuove disposizioni e quelle più vecchie contenute nei piani regolatori e nelle norme tecniche di attuazione. Ma questo è inevitabile in una fase iniziale come la nostra», commenta Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme e curatore del rapporto. Concorda Edoardo Zanchini, coautore del rapporto e responsabile energia di Legambiente: «Quello che forse è il difetto maggiore è la mancanza di una logica complessiva, perché si potrebbero ottenere risultati maggiori operando su una scala di quartiere, non casa per casa». La maggior parte dei regolamenti comunali si rivolge soltanto alle nuove costruzioni, imponendo di realizzare gli edifici in modo che siano più efficienti sotto il profilo energetico e, in generale, più sostenibili. Sorgeranno così abitazioni che consumano meno metano per il riscaldamento invernale e meno elettricità per il raffrescamento estivo, ma anche meno acqua per l'irrigazione di orti e giardini, oltre che per gli usi sanitari. Il tutto, sfruttando materiali locali, o comunque riciclabili, e rispettando le caratteristiche costruttive del territorio. In alcuni casi, le norme comunali dettano semplicemente prescrizioni alle quali il costruttore deve uniformarsi. Ad esempio, 253 regolamenti edilizi rendono obbligatorio il solare termico e impongono di soddisfare tramite l'energia del sole almeno una certa percentuale – che può arrivare anche fino al 70% – del fabbisogno di acqua calda sanitaria. Accanto agli obblighi, c'è la via degli incentivi, utilizzata in genere per le tecnologie meno "rodate" o meno diffuse. Rientrano in questo filone, tra gli altri, i 35 Comuni citati nel rapporto che premiano il ricorso a biomasse per uso domestico (caldaie con cippato e pellets). A volte, allegate al regolamento edilizio ci sono vere e proprie tabelle che disciplinano gli incentivi riservati a chi raggiunge determinate prestazioni di efficienza: ad esempio, un sconto sugli oneri di urbanizzazione secondaria che può arrivare fino al 70% e un premio volumetrico fino al 10% (convertibile in uno sconto monetario dove non fosse utilizzabile a causa dei limiti di altezze, distanze o indici edificatori contenuti negli strumenti urbanistici comunali). Del resto, applicare alle nuove costruzioni standard elevati – anche più severi di quelli previsti dal Dlgs 192/2005 e dal Dpr 59/2009 sul rendimento energetico in edilizia – non significa necessariamente gravare il costruttore di costi eccessivi. Basta saper progettare l'edificio con tutti gli accorgimenti giusti. Già nel 2004 un caso di studio presentato dal Comune di Carugate (Milano), uno dei precursori assoluti sul fronte della sostenibilità, aveva dimostrato che con un maggior investimento del 3% era possibile ridurre i consumi per il riscaldamento di oltre il 40 per cento. Quando si tratta di intervenire su edifici esistenti, invece, il bilancio economico dell'intervento diventa più difficilmente sostenibile, perché occorre spendere di più per ottenere risultati minori. Eppure, non si può pensare di migliorare il rendimento energetico del patrimonio edilizio italiano senza disciplinare anche le ristrutturazioni: nel 2007 (ultimo anno rilevato dall'agenzia del Territorio) sono state realizzate circa 730mila nuove unità immobiliari, a fronte di uno stock complessivo che supera i 60 milioni.I numeri: 557 I regolamenti innovativi Secondo il rapporto Onre 2009, elaborato da Cresme e Legambiente, sono 557 i Comuni nei quali sono state introdotte innovazioni che riguardano l'energia e la sostenibilità in edilizia. Nella maggior parte dei casi, le disposizioni riguardano le nuove costruzioni: in particolare, nel 2009 sono stati realizzati con le nuove regole 16mila edifici residenziali, per un totale di 82mila abitazioni. 29% La popolazione interessata I regolamenti edilizi sostenibili sono adottati soltanto dal 7% degli oltre 8mila Comuni italiani, ma se si fa riferimento alla popolazione amministrata il dato diventa molto più rilevante: 17 milioni di persone, pari al 29% degli abitanti italiani. 432 I «codici» sull'isolamento I regolamenti edilizi sostenibili che impongono di raggiungere standard elevati di isolamento termico sono 432 su 557. Udine, ad esempio, richiede i doppi vetri e l'isolamento dell'involucro dell'edificio con una trasmittanza delle pareti esterne di 0,34 W/m2 K. I comuni che richiedono requisiti di isolamento elevati anche per gli interventi su edifici esistenti sono 237: in generale, l'indicazione è quella di rispettare i limiti di trasmittanza termica fissati nel regolamento sia nel caso di ampliamenti sia in quello di ristrutturazioni. 406 I Comuni delle rinnovabili Le città che impongono l'utilizzo delle fonti rinnovabili (principalmente solare termico e fotovoltaico) sono 406 sulle 557 che hanno inserito criteri di sostenibilità ambientale nei propri regolamenti edilizi. Ad esempio, Sinalunga (Siena) richiede di ricavare il 65% dell'acqua calda sanitaria dal solare termico e almeno 1 kW dal fotovoltaico. Una parte di questi regolamenti – 110 in tutto – estende l'obbligo di installazione del solare termico e del fotovoltaico anche all'ipotesi di ristrutturazioni, oltre che all'ipotesi di nuove costruzioni. 30 kWh Il consumo in classe A Secondo la «pagella» di CasaClima, un edificio di classe A consuma ogni anno meno di 30 kWh di energia al metro quadrato per il riscaldamento, pari a meno di 3 litri di gasolio. In classe F il consumo è quattro volte più elevato.

Fonte: il sole 24 ore.

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