giovedì 14 gennaio 2010

Crisi, le banche spagnole svendono gli immobili



Le banche spagnole cominciano ad accusare il colpo della profonda recessione ancora in atto nel paese. La crisi ha colpito in particolare il settore immobiliare, dov'è scoppiata la bolla che si stava gonfiando da anni. Lungo le coste la speculazione edilizia ha raggiunto livelli assurdi: in base alla cubatura tutti gli Europei avrebbero dovuto comprare una casa sulla costa spagnola.
Così non è stato, e con l'impennata della disoccupazione, salita al 19%, è cresciuto anche il numero delle famiglie che non sono più in grado di pagare il mutuo. Le banche hanno quindi pignorato molte case, tenendole in portafoglio, nella speranza di una ripresa dell'economia per rivenderle a buon prezzo. Se dapprima questo ha impedito il crollo del valore delle case, adesso gli istituti di credito spagnoli stanno cambiando politica. Con la ripresa che si fa attendere più del previsto, le banche devono aumentare la liquidità e rafforzare il patrimonio. E così cominciano a liquidare parte del patrimonio immobiliare. Caja Madrid per esempio ha venduto da settembre a gennaio 600 proprietà, incassando 100 milioni di euro, su un patrimonio complessivo valutato 1 miliardo, mentre Caixa Catalunya si è liberata di 800 immobili su un totale di 3600. Il Santander, la più grande banca spagnola, che vanta asset immobiliari per 4 miliardi di euro ha a sua volta venduto 1000 unità immobiliari. Secondo la banca centrale, il valore dell'asset immobiliare delle banche spagnole che ora ammonta a 30 miliardi di euro nei prossimi due anni dovrebbe calare di 6.6 miliardi.

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